Pigau de su giassu de Casteddu Onilne:

Lingua sarda, storico sì del governo: sarà tutelata in ogni variante

Approvate le norme di attuazione dello statuto speciale sardo

Autore: Redazione Casteddu Online il 04/08/2015 20:07

La lingua sarda sarà tutelata in tutte le sue varianti, in maniera strutturale e autonoma dal governo nazionale. Questo il risultato dell’approvazione delle Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche nella Regione, nella seduta odierna del Consiglio Regionale.

“Oggi è un giorno felice – ha dichiarato l’assessore della Cultura Claudia Firino nel suo intervento in Consiglio a seguito dell’approvazione – perché è stato raggiunto un risultato ricercato e perseguito da tanti anni”.

“Ci sono due modi di occuparsi della salvaguardia della propria lingua e della propria cultura – ha detto l’assessore  – il primo è il modo “spot”, che porta all’approvazione di progetti slegati fra loro che un anno ci sono e l’anno dopo non più. Il secondo è la tutela strutturale basata su condizioni normative adeguate a renderla costante e non effimera. Ed è questo il metodo che oggi trova compimento, con conseguenze importanti che potremo vedere non solo nei prossimi mesi ma anche nei prossimi anni.”

“Per la prima volta – ha proseguito Firino –  la Regione può disciplinare autonomamente i progetti di tutela della lingua e della cultura sarda, senza sottostare alle indicazioni del governo nazionale, ma gestendo in autonomia la propria politica linguistica. Lo fa in alcuni ambiti prioritari, per esempio la scuola: possiamo attuare una vera politica linguistica nei confronti delle nuove generazioni,  e noi abbiamo già iniziato finanziando in modo ingente, come mai era stato fatto finora, i progetti per la lingua sarda nelle scuole. E parlo di lingua sarda, nelle sue varianti riconosciute.”

“L’attenzione e l’impegno da parte della giunta regionale ci sono sempre stati  – ha concluso la titolare della Cultura – e si dimostreranno anche attraverso le rivendicazioni sui provvedimenti nazionali di cui molto si è parlato in questi giorni. Dopo la bocciatura dell’emendamento Uras, io e il presidente Pigliaru abbiamo denunciato  una situazione di discriminazione nei confronti della Sardegna che esige un intervento forte da parte nostra, in modo che tutte le lingue minoritarie italiane riconosciute dalla legge 482 e dalla carta europea delle lingue minoritarie (che auspichiamo il governo approvi a breve) siano trattate alla pari”.

Pigau de: http://www.castedduonline.it/sardegna/campidano/26055/lingua-sarda-storico-si-del-governo-sara-tutelata-in-ogni-variante.html#sthash.beYg2CAd.dpuf

Poneus in sa pàgini de s’Acadèmia s’artìculu de Daniela Pinna, bessiu in s’US de 25/05/14, aundi podeus ligi parrimentus diferentis apitzus de su standard benidori de sa lìngua sarda.

Artìculu de s’Unione Sarda scritu de Daniela Pinna su 25-05-14

Alloddu su chi at scritu s’Unioni Sarda apitzus de s’atòbiu de eriseru 18 de abrili asuba de sa lìngua sarda:

comitau bilinguisu democràticu 001

 

S’Acadèmia ponet unas cantas frases chi s’acatan in su programa de su candidau a Presidente de sa Regione Pigliaru, chi an a faghere piaghere a totus sos chi sun PRO sa democratzia de sa limba e CONTRA a s’Apartheid limbìstica de sa LSC. Isperamus chi finas àteros candidaos a Presidente fetan sa matessi cosa, narande-lu craru: no a sa moda de sa LSC = Apartheid; eja a sa democratzia, ca non la pagat dinari.

S’Acadèmia ponit unas cantu fràsias chi s’agatant in su programa de su candidau a Presidenti de sa Regioni Pigliaru, chi ant a fai praxeri a totu is chi funt PO sa democratzia de sa lìngua e CONTRAS de s’Apartheid linguìstica de sa LSC. Spereus chi finsas àterus candidaus a Presidenti fatzant sa pròpiu cosa, narendi-ddu craru: no a sa moda de sa LSC = Apartheid; eja a sa democratzia, chi no dda pagat dinai.

cominciamo il domani significa dare centralità alla nostra identità e quindi affrontare il tema della lingua sarda che non si riflette in sterili slogan e dubbie politiche ma trova coraggio e sostanza nel riconoscimento di un bilinguismo reale in ossequio alla politica dell’UE nei confronti delle lingue regionali in attuazione dell’articolo 22 della carta europea dei diritti fondamentali. in questo contesto la promozione della lingua sarda nelle sue varianti linguistiche non è soltanto una questione di identità, di rispetto della storia e delle tradizioni culturali della Sardegna, ma apre prospettive di sviluppo nel campo della scuola, del lavoro e della rappresentanza politica”.

Ligi totu su programa.

Teneus su praxeri de ponni in domu nosta (ospitare) s’artìculu de prof. Attilio Mastino, Arretori de s’Universidadi de Tàtari, bessiu in s’Unioni Sarda de oi.
S’artìculu andat in sètiu (è coerente) po su chi pertocat (riguarda) sa polìtica linguìstica, cun su chi S’Acadèmia  at sèmpiri nau: NO A SA LSC,  EJA A SU SARDU A DUAS ARRÈGULAS (CAMPIDANESU E LOGUDORESU). Custu matessi parrimentu (opinione) dd’eus lìgiu unas cantu cidas a oi in s’artìculu de prof. Eduardo Blasco Ferrer, chi s’òmini podit ligi (si può leggere) in custas pàginis de s’Acadèmia.

Mastino risponde a Milia: “Non sono le Università gli assassini del Sardo”.

Ho ricevuto solo ieri il cartoncino di invito, quasi illeggibile, per l’Ottava conferenza sulla lingua sarda, stampato con una grafica pessima, con errori e una toppa che tende a nascondere un tardivo ripensamento, per evitare le spese di una ristampa. Mi rammarico per la sciatteria e per il ritardo, che mi impedirà di essere presente come avrei voluto. Ma ormai da diversi anni gli inviti arrivano con ampio ritardo: non sarà per caso una strategia nei confronti degli invitati scomodi?

Vedo su L’Unione Sarda l’articolo di Celestino Tabasso dove l’Assessore Regionale alla cultura sostiene che le Università lo hanno deluso e non sanno che il Sardo è una lingua normale, perché «sarebbero portate a ricoprire una posizione di predominio». L’Assessore ora sposa fino in fondo le tesi del direttore del Servizio Lingua Sarda, che si ritiene costituito ufficialmente come guardiano del tempio dell’ortodossia linguistica e si dedica a dare colpi a tutti coloro che scantonano dal suo illuminato pensiero, comunque sempre dalla parte del potere. Forse l’Assessore farebbe bene a non avventurarsi in discussioni su lingue normali, normalizzate etc., rischia di fare confusione. Viene da domandarsi quanto la lingua sarda sia stata usata negli ultimi anni come strumento di consenso politico, tenendosi sempre ben lontani dal valorizzarla nel senso voluto dai parlanti. È così che si crea una lingua normale? E cosa è stato fatto per far crescere il numero degli interventi in sardo in Consiglio Regionale?
Mi sorprende questo nuovo attacco facile facile all’Università di Sassari, che ha sempre inteso contribuire a realizzare corsi di aggiornamento per la formazione di insegnanti di lingua e cultura sarda e a fornire un quadro di riferimento metodologicamente avanzato, in sintonia con le più recenti acquisizioni della ricerca linguistica e filologica. L’Università obbedisce a logiche di applicazione di standard internazionali riconosciuti sul piano scientifico: a dognunu s’arte sua, naraiada kuddu chi crastaida tilipilches. Assai opportuno sarebbe stato rispettare l’autonomia didattica e scientifica delle Università, coinvolgendole già in sede di individuazione degli obiettivi e delle strategie. Il Progetto di formazione “Il Sardo a scuola” per gli insegnanti non è stato realizzato dall’Università di Sassari solo per un motivo: per tre anni abbiamo aspettato il via libera dell’Assessorato, che nelle ultime settimane ha finalmente approvato il progetto perché «congruo con le linee guida del Piano triennale 2008-10». Ma ormai le somme erano andate in perenzione. Dunque non abbiamo speso un solo euro, le numerose discipline di area sardistica dei nostri Dipartimenti sono state attivate solo con fondi universitari.
Non cercavo polemiche con il mio amico Sergio Milia: ma ora mi vedo costretto a sfidare l’Assessore a confrontarsi pubblicamente con me in lingua sarda: io parlerò volentieri nel logudorese di Bosa, la lingua (che per Corongiu non esiste) alla quale non voglio rinunciare per una LSC standard e normale, che sarebbe più autorevole della tradizionale «accozzaglia di dialetti» visti con disprezzo e superiorità davvero coloniale. Noi non vogliamo impoverire il lessico stratificato per adottare un banale esperanto. Sergio Milia scelga pure la LSC e risponda come crede. Io parlo in sardo, altri ne parlano .
Ribadisco che gli «assassini del sardo» sono quelli che vogliono abbandonare la difesa della ricchezza di una lingua che non può essere disprezzata per la sua immaginaria storia di «frammentazione linguistica dialettale». La via maestra, nella difesa delle lingue minoritarie, è l’accettazione delle diversità in ogni loro manifestazione.
Non fa parte della nostra cultura accettare espressioni irrispettose nei confronti della lingua sarda. Non è nella nostra educazione culturale l’esclusione nei confronti di chi la pensa diversamente, sia pur impegnato verso obiettivi comuni. Ho trovato offensivi i giudizi rivolti da Giuseppe Corongiu verso i premi letterari, voluti dalla «cultura egemone» per solleticare «il poeta dopolavorista». Si può concordare con l’esigenza di difendere l’unitarietà della lingua sarda, ma senza stringerla in un abbraccio mortale: l’Assessorato può operare efficacemente attraverso gli sportelli linguistici proprio in questa direzione.
Al di là delle dichiarazioni di principio, voglio ribadire che l’Università di Sassari è fortemente impegnata per la difesa della lingua sarda come lingua dell’oggi e del domani. L’Università prende l’impegno per difendere e qualificare l’insegnamento delle lingue minoritarie e della lingua sarda nel nostro Ateneo al servizio della scuola sarda. La lingua sarda è stata pensiero, riflessione, strumento per intendere la realtà, per entrare in comunicazione con gli altri sardi, in una comunicazione orizzontale profonda.
Il nostro Ateneo vanta una tradizione di studi in materia di Lingua Sarda: penso a Massimo Pittau, Nicola Tanda, Giulio Paulis, Giovanni Lupinu, Dino Manca, Carlo Schirru, Fiorenzo Toso, ma anche a tanti altri, più o meno strutturati e incardinati nell’Accademia. Di conseguenza non posso accettare giudizi offensivi e invito l’Assessore ad innalzare il livello e la qualità del dibattito, ad allargare gli orizzonti, a migliorare l’immagine della Regione Sarda, a stampare programmi che abbiano un minimo di dignità e di rispetto per i temi affrontati.
Attilio Mastino
Rettore dell’Università di Sassari

Da L’Unione Sarda del 10/01/2014

Sàbudu 13 de su mesi de Argiolas a is 6 de a merii in Domu Melis, cursu Gramsci in Cabuderra

“Po una polìtica democratìca de sa Lìngua Sarda” – Propònnida de una lei regionali noa apitzus de sa Lìngua Sarda.

Ant a chistionai: Salvatore Melis (Segretàriu Natzionali RossoMori), Eduardo Blasco Ferrer (Professori Ordinàriu de Linguistìca Sarda, Universidadi de Casteddu), Oreste Pili (Presidenti de s’Acadèmia de su Sardu Onlus), Salvatore Lai (Assessori Comunali de sa Lìngua Sarda), Fernando Pisu (Presidenti Assòtziu Parcu Culturali “Cantadoris”), Paolo Zedda (Presidenti de s’àrea temàtica Lìngua Sarda RossoMori) e is arrapresentantis de is Tzìrculus RossoMori.

Ddoi ant a essi puru: su Sìndigu de Cabuderra Francesco Melis e s’Assessori de sa Cultura Carla Melis.

LOCANDINA ATOBIU

Pigaus e apoddaus custa nova de su blog de Vito Biolchini:

La notizia la trovate confinata in poche righe nei giornali, ma ieri il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno di straordinaria importanza, proposto dal gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà. Il testo lo trovate alla fine del post, ma il documento così viene efficacemente riassunto dall’ufficio stampa di via Roma:

Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno (Sechi e più) sulla promozione e sulla valorizzazione della lingua e della cultura sarda e delle lingue parlate in Sardegna, in specie il catalano. L’ordine del giorno impegna il Consiglio, il Presidente della Regione e la giunta regionale a realizzare sul piano normativo, amministrativo, finanziario e organizzativo ogni necessario intervento finalizzato all’insegnamento e all’uso della lingua sarda in ogni ordine e grado della istruzione. L’odg impegna altresì ad adottare i necessari provvedimenti al fine di assicurare in ogni ufficio pubblico del territorio della Sardegna la produzione degli atti di competenza e valore esterno anche in lingua sarda.

L’importanza della decisione del Consiglio è evidente e si presta a tre tipi di considerazioni.

La prima: non è vero che sulla lingua sarda ci si divide sempre, anzi. Ieri, nel giorno in cui era in discussione anche la possibilità di andare a votare un referendum per l’indipendenza, c’era il rischio che l’ordine del giorno sulla lingua venisse bocciato. Invece no. Il documento è passato e adesso sancisce un impegno politico fortissimo da parte non solo della giunta ma anche dei singoli partiti e consiglieri che lo hanno votato.

La seconda considerazione è questa: il tema della lingua sarda, del suo utilizzo nelle scuole e nella pubblica amministrazione, non è di sola pertinenza dei partiti indipendentisti.

La terza: con questa iniziativa Sel ricuce uno strappo ultradecennale tra le ragioni dell’identità e quelle della sinistra. L’ostilità dei “compagni” nei confronti del bilinguismo è stata sempre forte e radicata. È evidente che qualcosa di nuovo sta succedendo, e Sel è stata capace di interpretare in questo modo una sensibilità diversa che si sta diffondendo nella sinistra sarda.

Che fare adesso? Il primo terreno di scontro sarà la prossima finanziaria. Nell’ordine del giorno c’è scritto chiaramente che il voto “impegna il Consiglio, il Presidente della Regione e la giunta regionale a realizzare sul piano normativo, amministrativo, finanziario e organizzativo ogni necessario intervento”. Servono risorse, altrimenti restano solo belle parole. Altrimenti è solo una presa in giro.

Secondo obiettivo: Cagliari. Con questo odg Sel ha fatto una scelta precisa a favore della lingua sarda. La prima amministrazione dove si devono mettere in pratica questi intendimenti è dunque quella del capoluogo, dove Sel governa. Cagliari ha bisogno di una politica linguistica più decisa.

Ognuno farà la sua parte, ma la strada è segnata. Stasera alle 17.30, nella sede della Fondazione Sardinia in piazza San Sepolcro (quartiere Marina) a Cagliari) riprendiamo a confrontarci sulla possibilità di organizzare in città dei “flash mob” linguistici. Serve l’apporto di tutti, il gruppo è già bello numeroso ma più si è meglio è.

***

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA XIV LEGISLATURA

Ordine del giorno n. 90

approvato il 12 dicembre 2012

ORDINE DEL GIORNO URAS – SECHI – COCCO Daniele Secondo –CUGUSI – sulla autodeterminazione responsabile del popolo sardo  .

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IL CONSIGLIO REGIONALE

al termine della discussione sulla mozione 224;

PREMESSO che:

– la lingua e la cultura sarda, e le lingue parlate in Sardegna, in specie il “catalano”, rappresentano caratteri fondamentali e di valore assoluto dell’identità del popolo sardo;

– tali caratteri e valore vanno preservati dai sistematici tentativi di aggressione finalizzati alla omologazione alle culture dominanti;

– il patrimonio culturale linguistico consiste nella principale risorsa di un popolo, costituisce l’elemento principale della propria identità nazionale, rappresenta radice e prospettiva per le nuove generazioni;

impegna il Consiglio, il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a realizzare sul piano normativo, amministrativo, finanziario e organizzativo ogni necessario intervento finalizzato all’insegnamento e all’uso della lingua sarda in ogni ordine e grado della istruzione;

ad adottare i necessari  provvedimenti al fine di assicura in ogni ufficio pubblico del territorio della Sardegna la produzione degli atti di competenza e valore esterno anche in lingua sarda.

Cagliari, 19 dicembre 2012

Su Comunu de Cabuderra at stabilèssiu unu cuncursu literàriu in lìngua sarda intitulau a is poetas cabuderresus “Tziu Boicu Pianu e Tziu Firei Lai”.

Su concursu est apitzus de sa storiedda a sa manera de is contixeddus de Esopu, aundi is animalis bivint, fueddant e scramentant che a s’òmini. In sa storiedda s’agatat giai sèmpiri su scramentu postu po imparai.

Sa Provìncia de Casteddu at agiudau po su finantziamentu de su cuncursu.

Is fainas ant a depi essi intregadas intra de is 13:00 de su 4 de su mesi de Làmpadas (deliberatzioni de sa Giunta Comunali de su 27/04/2012).

Bandu in campidanesu

Bandu in cadelanu

Bandu in logudoresu

Bandu in tataresu

Bandu in tabarchinu

Bandu in gadduresu

Arrègulas po ortografia, fonètica, morfologia e fueddàriu de sa norma campidanesa de sa Lìngua Sarda

In Cabuderra me is diis 7, 8, 9 e 10 de su mesi de ladàmini (ottobre) s’at a afestai Sa Dii de sa Lìngua Sarda, aundi totus ant a fueddai in sardu, in cumpangia de lìburus (Su ditzionàriu de sa Domu de Giuseppe Pili;  Paleosardo – Le radici linguistiche della Sardegna neolitica di prof. Eduardo Blaco Ferrer; Su Vangelu de Giuanni tradùsiu de Pedru Cruccas) mùsica (Tribulia, BentesoiDr. Drer & CRC Posse) e cultura  cun sa cumèdia Maria Concepita de Antoni Garau presentada de su Gruppo Teatrale dell’UTE’ e cun s’arrelata Chelu isteddau e credèntzias populares de Tonino Bussu, visu-presidenti de s’Acadèmia.
Sa Dii de sa Lìngua Sarda dd’at cuncordada s’Aministratzioni comunali de Cabuderra, aundi Oresti Pili, chi est su Presidenti de s’Acadèmia de su Sardu onlus, est assessori a sa Cultura e Lìngua Sarda
 

Locandina

Comitau Scientificu po sa Norma Capidanesa de su Sardu Standard
Patrocinau de sa Provincia de Casteddu
  
ALFA Editrice (2009)
183 p. – 12,00 €
 

Norma Campidanesa

INTRODUTZIONI

Sa lìngua sarda, che a medas lìnguas de is natzionis sena de stadu (connotas puru comenti minorias linguìsticas), no at fatu ancora totu su tretu stòricu suu e duncas si-ndi depit ancora scabulli de unus cantu barrancus mannus e, paris, si depit procurai is ainas chi ddi serbint po chi dda potzant imperai totus e po chi potzat setzi impari a is àteras lìnguas mannas de is stadus.
Is problemas chi sa lìngua sarda si depit farcai, custu ddu sciint totus, funt: su partzimentu de sa Lìngua e s’aunitzamentu de s’ortografia.
Ca funt problemas antigus nemus podit nai ca no. Tocat sceti a ligi is fainas in Sardu, antigas o noas, pagus o medas. Totus tenint un’ortografia diferenti e donniuna imperat una lìngua sua chi, mancai in pagus cosas, si stèsiat de s’àtera.
Ca custus problemas is Sardus ddus portant in su coru e ca fatu-fatu bessint a pillu nemus, a su pròpiu, podit nai ca no. Difatis, cantu bortas eus intèndiu pregontas che Cali lìngua sarda? Comenti tocat a ddu scriri su Sardu?
Ca funt problemas berus nemus tenit dudas. Difatis, lompendi custas pediduras a sa realidadi de s’Istitutzioni nosi pregontaus: Cali Sardu at a imperai sa Provìntzia de Casteddu po sa faina sua, duncas po scriri delìberas, duncas po si fai cun sa Regioni, cun is àteras provìntzias de sa Sardìnnia, cun is Comunus, cun sa genti e cun is scolas de sa provìntzia de Casteddu?
Imoi, in su connotu su problema de imperai una lìngua aguali po totus forsis no fiat aici forti de indulli a chini podiat de agatai una solutzioni, ma oindii sa chistioni no podit essi stesiada a àtera dii. S’abisòngiu de oi acapiau a su traballu chi depit fai s’Istitutzioni (e torreus Comenti at a scriri sa Provìntzia de Casteddu?) o sa Scola (Is studiantis de Casteddu e de Cabuderra ant a scriri a sa matessi manera?), po intrai in duas chistionis sceti aundi s’imperu de su Sardu est sèmpiri prus pediu, nosi ponint a donai arrespusta luegus a su problema nostu bèciu de sèculus.
Un’arrespusta conca a innia nosi-dda donat su Comitau Scientìficu chi at scritu su traballu presenti ‘Arrègulas po ortografia, fonètica, morfologia e fueddàriu de sa Norma Campidanesa de sa Lìngua Sarda’.
Est una proposta chi fait contu de sa realidadi, chi iat a bolli nai de su tretu stòricu chi est faendi oindii sa Sardìnnia in sa chistioni de sa Lìngua. Duncas no circant una lìngua artificiali de fai nasci in laboratòriu, comenti po malasorti megant de circai de fai de unu tretu de tempus in Sardìnnia.
Po contras in is Arrègulas s’agatat po primu cosa ca sa Sardìnnia no est lòmpia ancora a un’aunitzamentu de sa Lìngua e duncas sa Lìngua sarda est mancai una, ma a duas (macro) bariedadis diatòpicas (diasistemas sintzillus etotu) e literàrias chi tenint – e depint tenni – sa matessi dinnidadi: su Campidanesu e su Logudoresu.
Insandus su lìburu proponit, po primu cosa, s’arreconnoscimentu de is duas macrobariedadis, e po segundu cosa, abarrendi in su Campidanesu, proponit una Norma campidanesa, cun arrègulas, comenti narat su tìtulu, po s’ortografia, sa fonètica, sa morfologia e su fueddàriu de su Campidanesu.
Ma de cali Campidanesu fueddat su Comitau Scientìficu? Forsis ca sa fueddada campidanesa puru no est partzia in medas e medas dialetus? Est berus, ma acanta a custus dialetus s’est stantargiada in is sèculus, gràtzias a su traballu sena de pàsiu de is Cantadoris unu Campidanesu literàriu, chi, a nai, no est de peruna tzitadi o bidda, ma chi totus is Sardus de su Cabu de Bàsciu cumprendint, aprètziant e portant che a espressada insoru in forma e in sustàntzia literària. Est custa sa fueddada, chi si podit nai chi setzat prus in artu de totus is dialetus, chi su Comitau Scientìficu proponit e chi podit fai cuncordai a manera discansosa totu is Campidanesus, ca cun custa faina no proponint sceti s’apretziamentu de un’arrichesa linguìstica e literària manna ma puru sa lìngua nosta de bartzolu chi eus sèmpiri disigiau e a bortas surrungiau.

Graziano Milia
Presidenti de sa Provìntzia de Casteddu